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cambio casa
cambio vita?!

astenersi spiriti maligni

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Il mio padrone di casa è arrivato bel bello in un giorno d’estate e mi ha detto che sarebbe stato felicissimo se io e il fido G. avessimo rinnovato il nostro contratto - che siamo bravi ragazzi e ci vuole anche un po’ bene, che c’abbiamo gli occhi azzurri e diciamo sempre grazie. Sarebbe stato altresì costretto ad aumentare di un impercettibile 25% il prezzo dell’affitto, che sai, l’inflazione, la crisi (la crisi?!), la mamma malata evvaiammorireammazzato.

Come avevo già accennato in un post precedente, uno dei motivi principali per cui si è costretti a cambiare casa a Shanghai è il fatto che non esiste alcuna regolamentazione a favore dell’inquilino ma al contrario, una  legge della giungla che permette al padrone di casa di turno di aumentare l’affitto di cifre ignobili e spropositate nel giro di pochi minuti. Molto probabilmente, peraltro, si tratta di cifre scelte digitando numeri a caso – e rigorosamente usando le dita dei piedi –  su una calcolatrice a forma di Hello Kitty, mentre una schiera di membri del partito solletica le ascelle del padrone di casa, così è tutto più divertente ahahah.

E insomma, è toccato anche a me: il mio padrone di casa è arrivato bel bello in un giorno d’estate e mi ha detto che sarebbe stato felicissimo se io e il fido G. avessimo rinnovato il nostro contratto – che siamo bravi ragazzi e ci vuole anche un po’ bene, che c’abbiamo gli occhi azzurri e diciamo sempre grazie. Sarebbe stato però costretto ad aumentare di  un impercettibile 25% il prezzo dell’affitto, che sai, l’inflazione, la crisi (la crisi?!), la mamma malata evvaiammorireammazzato. E quindi ho dovuto  iniziare a cercare un nuovo nido per me e il fido G., un posto che diventasse la nostra nuova casa, un posto tutto nostro in cui poterci scambiare tenere coltellate alla schiena nottetempo, insomma.

Ora, ogni volta che io devo traslocare il fato, le costellazioni e gli elementi naturali tutti, cospirano contro la mia traballante salute mentale facendomi incappare in situazioni dalla deliziosa e irresistibile scioglievolezza, tipo: quella volta in cui, due anni fa, dopo aver  trovato l’appartamento dei miei sogni e aver pagato la cauzione, venni a sapere che il precedente inquilino ci si era suicidato dentro. La tragica scoperta era stata seguita da una violentissima crisi isterica che mi aveva portata a pronunciare ininterrottamente frasi del tipo: “il tavolino si è mosso da solo”, “vedo le ombre”, “moriremo tutti”; a nulla erano valse le rassicurazioni della padrona di casa, che sosteneva – cito testualmente – di aver già chiamato il monaco tibetano per benedire l’appartamento e ripulire tutte le stanze dalle tracce dello spirito del suicida, che era pure francese, perchè noi non ci facciamo mancare niente.

Per non farmi fuorviare da sgradevoli ricordi del passato, questa volta ho deciso di fare piazza pulita di monaci, fattucchiere, maghi, indovini e spiriti maligni (ho pure bruciato tutti i poster di Solange che tappezzano la mia camera da letto) e mi sono affidata alla razionalità che da sempre mi contraddistingue. Infatti ho trovato un appartamento carinissimo, ho convinto il fido G. della straordinarietà del suddetto  – anche con mezzi illeciti e menzogne sparse a macchia di leopardo – e ho fissato un appuntamento per firmare il contratto. E poi, seduta al tavolo della cucina del mio futuro appartamento  insieme al fido, al padrone di casa e ai due agenti immobiliari che sono pure amici miei (e che ricorderanno nei secoli la mia epica figura di merda, maledicendomi nelle loro preghiere serali) mi sono fatta prendere un improvviso attacco di panico al pensiero di vivere lì dentro: tachicardia, sudori freddi e voglia di lanciarmi a siluro dal balcone piuttosto che passare un altro minuto della mia vita lì dentro. Ai miei amici-agenti che mi guardavano con gli occhi sgranati (per dire, i cinesi non è che sgranano gli occhi) mi sono giustificata con qualcosa tipo: “Scusate, il mio spirito guida mi ha detto che in questo posto sarei morta soffocata”. Probabilmente era lo spirito di Flavia Vento che in quel momento si era impossessato di me, poichè non credo di aver detto mai qualcosa di più cretino. Forse. A quel punto il destino, per punirmi della mia scelleratezza  – punizione meritata e profondamente legittima –  mi ha fatto incontrare una serie di personaggi pescati a cazzo dal cilindro di un mago immaginario, cinese e squilibrato; personaggi che mi faranno rimpiangere di essere nata. Per questo, però, dovete aspettare il prossimo post.

Per adesso posso solo anticipare che vivo in un appartamento senza frigo, anzi: con un frigo gigante che però non funziona, da tredici giorni. Infatti lo uso come libreria.



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