Fredi & Friends at the 1976 Eurovision Song Contest

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nominato!

categorie aristoteliche di facciaculo

Photo: Fredi & Friends at the 1976 Eurovision Song Contest

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Nella mia ricerca di casa ho avuto a che fare con personaggi dalla dubbia morale e dalla discutibile integrità, ma in compenso dalla acclarata, incontrovertibile e luminescente faccia come il culo. Qui di seguito categorie, nominations e vincitori immorali.

Nella mia ricerca di casa – come accennavo qui – ho avuto a che fare con personaggi dalla dubbia morale e dalla discutibile integrità, ma in compenso dalla acclarata, incontrovertibile e luminescente faccia come il culo. Inoltre ho visitato decine e decine di appartamenti, giungendo a conclusioni interessanti.

GLI APPARTAMENTI

1)      Il concetto di metratura cinese è quantomeno ambiguo: no, questo appartamento che mi giuri su tua madre  estendersi per ben 80 metri quadri non può oggettivamente misurarli, a meno che tu:

  • a) non sia un puffo
  • b) non ci includa l’ascensore, il pianerottolo, la hall del palazzo e pure tre quarti del tinello della vicina di casa. E no, non voglio abitare in una prateria del Nevada ma nemmeno vorrei alzarmi dal divano e trovarmi direttamente seduta sul cesso, grazie.

2)      Se io ti chiedo un appartamento che abbia un balcone e poi il balcone non c’è, per favore non mi rispondere che è un balcone interno, perché i balconi interni NON ESISTONO! Quella che mi stai mostrando con orgoglio ingiustificato è una parete con una finestra, ed è pure una finestra piccola, perciò devi tacere, e se t ‘avanzano cinque minuti mettiti pure faccia al muro.

3)      Datemi pure della conservatrice, ma il frigorifero deve stare in cucina. Non è una libreria, non è un attaccapanni, non è una scultura di arte moderna. Se mi ritrovo – come è successo – un frigorifero nel salotto, all’ingresso o addirittura in ca-me-ra-da-let-to, mi viene la tristezza, è più forte di me.

Ma ritorniamo per un attimo alle fulgide facce come il culo. Per la categoria PADRONI DI CASA  le nominations sono:

1)       Quella che non voleva si camminasse sul suo parquet: attenzione però. Nè con le scarpe, nè con le ciabatte e nei limiti del possibile nemmeno a piedi nudi (!). Probabilmente alla fine avrà affittato a una famiglia di piccioni.

2)      Quello che non voleva affittare ai gay, alle lesbiche, alle coppie di amici maschi e alle coppie di amiche femmine per paura che si rivelassero gay o lesbiche. Ah, dimenticavo: neanche a quelli troppo grassi.

3)      Quella che mi chiese con espressione seria un certificato di matrimonio a dimostrazione che io e il fido G. fossimo una vera coppia; immagino che ancora si ricordi le mie grasse risate e la mia deliziosa figura, di spalle, che si allontana tra le convulsioni.

(Per la cronaca, siccome a me e al fido G. non piace vincere facile, abbiamo deciso di bypassare le nominations e affittare un appartamento direttamente da Madame De Cagacazzibus, di cui, quando smetteranno di fumarmi le balle, forse vi parlerò.)

Per la categoria AGENTI IMMOBILIARI non c’è storia: vince quello che in uno scambio di e-mail che vedeva da una parte me in qualità di cliente e dall’altra lui in qualità di figura mitologica col corpo da agente e la testa di cazzo, mi inviò a cagare immotivatamente, costringendomi a stampare una copia delle nostre conversazioni e portarla al cospetto del suo manager. Chi fosse interessato a sapere di che agenzia si tratta mi contatti in privato.

E poi c’è IL FIDO G., che in un sol colpo si porta a casa la medaglia d’oro nelle categorie: sostegno psicologico, lavoro di squadra  e attenzione al dettaglio (inutile).

Sostegno psicologico: “Vuoi vivere in quell’appartamento? Al secondo piano?! Devi essere pazza, io voglio come minimo il millemillesimo così c’è la bella vista. E mica sono un topo, io!”

Lavoro di squadra: dopo che sono riuscita a far breccia nell’impenetrabile cuore di tenebra del padrone di casa e averlo convinto a comprare una tv nuova, il fido G. esclama pacioso, davanti allo stesso padrone di casa: “Beh, io volendo posso anche vivere senza la tv nuova, eh?”.

Ma soprattutto – rullo di tamburi perchè qua raggiungiamo picchi di professionismo – attenzione al dettaglio inutile:

  • “Fido G., questo appartamento dista un’ora a piedi dalla metro!”, “Si, ma hai visto quanto è vicino alla strada dei bar francesi?” (Perchè è più importante stare vicino ai bar francesi che alla metro, essendo noi una coppia di alcolizzati che si sfonda a Pernod per colazione);
  • “Fido G., qui mancano tutti i mobili”,“Si, ma hai visto che bel frigo grosso che c’è?” (Perché noi abbiamo 13 figli a carico da sfamare cinque volte al dì);
  • “Fido G., su, firmiamo il contratto”, “Cosa?! Ma non hai visto che capelli che ha questo? Mica posso firmare un contratto con uno con quel ciuffo da finocchio!”

Io sono stanca. Per davvero. Abbiate misericordia: abbattetemi.

 



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