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Coronavirus

Vedo doppio


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Sto vivendo una realtà sdoppiata. Il mio cuore è in quarantena già da un po', attaccato a mia madre e ai miei amici in Italia. Il mio corpo invece è a Bruxelles, dove può ancora, incredibilmente e legalmente, deambulare.

Sono tempi duri, gente. La situa è grave. Drammatica. Tragica.

Per tutti.

Ovunque.

Cerchiamo di mettere insieme i pensieri – ove possibile e tenendo in conto il fatto che sì, lo sapete già, mie adorate bestiole, sono bionda.

Sto vivendo una realtà sdoppiata. Il mio cuore è in quarantena già da un po‘, attaccato a mia madre e ai miei amici in Italia. Il mio corpo invece è a Bruxelles, dove può ancora, incredibilmente e legalmente, deambulare.  A partire da oggi però, ha deciso di non farlo più, se non per salire le scale e arrivare in cucina. Chiaramente per le prossime settimane mi nutrirò  delle mie stesse feci, non sono proprio un asso in cucina. Ma quella è una storia che meriterebbe plurimi post a parte.

Detto ciò, sono fortunata, posso lavorare da casa, se me va de culo magari riesco a non infettarmi, a non infettare e se Dio m’assiste a non prendere 14 chili in 14 (o più) giorni. Per la verità non traggo un infinito piacere dallo stare da sola con me stessa, sono perlopiù un essere abietto, la cui compagnia sconsiglierei a chiunque, ma probabilmente alla fine di questa quarantena autoimposta, riuscirò a volermi un po’ bene.

No, scusate, era un impeto di ottimismo ingiustificato, torniamo a noi.

Quarantena autoimposta, dicevamo. Non ve la menerò lungamente su quanto i Belgi se la stiano bellamente ciullando da giorni che a me sono sembrati infiniti, non sono una politologa. Non ve la menerò lungamente nemmeno sul fatto che il tasso di contagio de sto Coronavirus demmerda è tipo una cosa che lèvate proprio, non sono una virologa. Sul fatto poi, che ancora Venerdì si brindasse in locali pieni a tappo col dernier verre prima del lockdown, glisso altrimenti è la volta buona che mi faccio attaccare. Sono una che ha visto un film horror due settimane fa in Italia e che lo sta rivedendo a forza, di nuovo, in Belgio. 

E non ci posso fare niente. Non riesco a farmi ascoltare. Quando ne parlo con non-italiani, vedo le balle di fieno scorrere negli occhi del mio interlocutore. Oppure sono teatrante, esagerata, gesticolo, sono buffa.  

Sono frustrata. Io lo so cosa accadrà. Non sono Cloris Brosca e non ho le scuole alte.

Sono una che ha già visto tutto accadere. Come tutti voi, che lo state vivendo direttamente da settimane. E come tutti voi, che come me, lo aspettate qui, responsabilmente a casa.

Detto ciò, nel mio primo giorno di quarantena ho pulito casa, ho fatto la cacca compiacendomi di avere la carta igienica mentre riflettevo sui massimi sistemi e specificatamente sulla crisi economica del colosso Tinder ai tempi del Coronavirus – argomento di cui i poteri forti non parlano e comunque è colpa del piddì – e  ho fatto un aperitivo su skype con le mie amiche in Italia, che porco cane, ci voleva la pandemia per riunirci sotto lo stesso schermo.

Mi sono abboffata di patatine e birra, stombriaca e ho partorito una nuova rubrica del mio blog, che inaugurerò quando mi sarà passata la sbronza e che si chiamerà “AbbattimiStoVirus”.

Stay tuned, tanto che cacchio di meglio c’avete da fà?



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