carote

Il fido G.
mi ama

adesso ho le prove


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Una delle pippe ancestrali della donna è: "Mi ama o non mi ama?"
Non sempre vi è una risposta inequivocabile all'atavico quesito, vuoi per la naturale ritrosia dell'uomo ad esprimere i propri sentimenti, vuoi perchè il cuore (dell'uomo) ha ragioni che "la ragione" non può conoscere. Nonostante questo, anche gli uomini amano.

Andare in giro in bici a Shanghai è una figata. La mia Glaziella è un po’ anzianotta, ma nessuno sa con esattezza quanti anni abbia: l’unico modo per scoprirlo sarebbe forse quello di segarla in due e contarle gli strati di vernice, ma noi siamo per la non violenza. E poi non si chiede l’età alle signore, e Glaziella è decisamente una signora. Glaziella io l’ho comprata da Lucile, la mia amica francese che non abita più qui. Lei l’ha comprata da un tipo americano o inglese. Ma probabilmente Glaziella esiste da molto più tempo: potrebbe  risalire alla dinastia Ming, a giudicare dallo strato di ruggine che ne ricopre tutte le superfici come un elegante scialle arancione.

Io e Glaziella abbiamo un ottimo rapporto, e anche se a volte lei fa i capricci io la perdono sempre. Per esempio in meno di un anno le ho dovuto cambiare la camera d’aria tre volte, e in totale ho speso più del prezzo di acquisto. Non è tanto per i soldi, il problema è che quando foro, trovare il biciclettaro per aggiustarla non è proprio semplice. Più che altro perché i biciclettari non sono creature stanziali, ma popolazioni nomadi che si spostano a Shanghai con il loro carretto di attrezzi e ferraglia assortita seguendo il richiamo delle stagioni, o dello stinky tofu.

Insomma, l’altro giorno io e il fido G. siamo andati a fare un giro. A una certa siamo entrati in un vicolo stretto stretto che costeggiava un fiumiciattolo (che potremmo più realisticamente denominare canale di scolo, forse): pensavamo fosse una scorciatoia, invece il vicolo si restringeva sempre di più. Al posto di scegliere la strada più saggia, il dietro-front, abbiamo pensato di percorrerlo tutto, sfidando gli odori – via via più nauseabondi – e sfidando pure circa 247 norme del buonsenso. Tra le amenità presenti nel vicoletto possiamo annoverare: il gruppetto di vecchietti che giocano a carte su un tavolino con tre soli piedi mentre sputano semini di girasole, la donna incinta stravaccata su sedia sdraio posta con precisione da cecchino esattamente al centro del passaggio, la mamma che tiene il bambino sollevato a mezz’aria per aiutarlo a cagare in strada con più profitto, qualche gallina itinerante che gira per strada in stato confusionale, negozio di parrucchiere dal quale fuoriesce una sospetta puzza di cavolo bollito, liquidi vari ed eventuali e di provenienza non identificata a ricoprire la carreggiata tutta come un sottile strato di moquette putrida. Ecco, il posto perfetto per scoprire la vera Cina senza nemmeno uscire dal perimetro di Shanghai. Naturalmente, siccome il culo nella vita è un fattore importantissimo, arrivati alla fine della civiltà ci rendiamo conto che non di scorciatoia si tratta, ma di vicolo cieco. Rifatto tutto in senso inverso e dopo tre ore di pedalata, ad un certo punto la mia vescica inizia ad ululare. Siccome non mi sono portata dietro i pannolini, richiamo l’attenzione del fido G.: “Fido G., dobbiamo trovare un bagno, è urgente”. Al che, il fido G., con la sua celebre faccia da baguette mi butta lì un: “Se vuoi, lì nel vicolo ho visto un bagno pubblico”.

SE VUOI. LI’ NEL VICOLO. HO VISTO. UN BAGNO PUBBLICO.

Allora.

Fido G., tu sei quella persona che si lava i denti con l’acqua minerale. Fido G., tu sei quella persona che mi urla contro antiche maledizioni ittite se solo mi avvicino a meno di tre metri da un micio di strada. Fido G., tu sei quella persona che quando t’accarezzo il viso, invece di sorridermi pregno di riconoscenza perché non ti sto accoltellando, mi chiede se mi sono lavata le mani.

Secondo quale imperscrutabile motivazione puoi tu propormi di andare a poggiare le mie sacre chiappe su tale ricettacolo di malattie, peraltro non ancora classificate dall’OMS? Tanto varrebbe suicidarsi correndo a braccia aperte incontro a un camion in autostrada, andare a leccare con la lingua i marciapiedi di Calcutta, farsi sputare in bocca da tre contadini dello Yunnan, fare bunga bunga con Berlusconi, farsi un bidet nel Fiume Giallo.



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