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La fatina
del sapone

puzze escalation


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Che le metropolitane, in tutto il mondo, non profumino di ciclamino si sa. A Shanghai però ho notato uno speciale fenomeno in base al quale le puzze, specialmente quelle dei corpi, si perfezionano fino a diventare realtà tangibile man mano che passano i giorni della settimana.

La metropolitana di Shanghai è un posto bellissimo. Quando è vuoto, chiaramente.

In inverno si sta al calduccio e in estate soffia quella leggera brezza a quindici gradi sottozero che ti mantiene giovane e fresco come i cadaveri negli obitori. In più, è estremamente semplice da capire, per cui anche le menti più semplici (come me), le persone dotate di scarsissimo senso pratico (come me),  quelli che soffrono di labirintite congenita (come me) e coloro che non sono capaci di orientarsi nemmeno dentro il proprio appartamento (come me), riescono facilmente a raggiungere la propria meta o ritrovare la strada di casa senza dover necessariamente disseminare chicchi di riso sul proprio percorso (cosa, peraltro, altamente sconsigliabile in Cina, per ovvi motivi). La metropolitana in sé è anche abbastanza pulita, specie considerando che è frequentata da una ventina di milioni di persone.

Se dovessi valutare su scala da uno a dieci le prestazioni della metropolitana di Shanghai, basandomi su criteri standard quali efficienza, pulizia o fruibilità, le darei senza esitazioni un bel nove, tiè!

A patto che sia vuota, ripeto.

Il vero dramma sono i corpi che vi deambulano, per almeno due principali motivi:

  • I cinesi si muovono nello spazio seguendo traiettorie sconosciute ai più. Invece di camminare in linea retta come i normali esseri umani,  i nostri amici amano praticare una singolare andatura a zigzag di cui essi ed essi soli detengono le leggi. I cinesi deambulano come se fossero su un autoscontro immaginario, probabilmente guidati da un filo invisibile manovrato da un dio pazzo, che fa sì che cambino traiettoria in maniere imperscrutabili, che sbattano l’un contro l’altro rimbalzando e non chiedendosi scusa mai, che si fermino senza alcun preavviso provocando tamponamenti a catena  e qualche volta anche dei feriti gravi.
  • La metropolitana a Shanghai è inoltre frequentata da pericolosissime creature di una crudeltà inimmaginabile e di una forza sovrumana: “le vecchie della metropolitana”, di solito individuabili grazie alla capigliatura in cartongesso scolpita nel calcestruzzo e il pigiama. Le vecchie della metro sono esseri spietati, fanno di tutto per accaparrarsi un posto a sedere, sono capaci con la sola imposizione delle mani di catapultarti dall’altra parte del vagone e si narra che non risparmino neanche donne e bambini pur di salire sui treni per prime.

Ma c’è un’altra particolarità che rende celebre la metropolitana di Shanghai. E’ l’escalation delle puzze. Che le metropolitane, in tutto il mondo, non profumino di ciclamino si sa. A Shanghai però, personalmente ho notato uno speciale fenomeno in base al quale le puzze, specialmente quelle dei corpi, si perfezionano fino a diventare realtà tangibile man mano che passano i giorni della settimana. Se il lunedì ci sembrerà di trovarci in un normale luogo affollato, il martedì ci porremo qualche domanda; se il mercoledì non ci sentiremo propriamente a nostro agio , il giovedì sarà meglio portarci dietro una mascherina.

Il venerdì però è tragico. Il venerdì la puzza non è più qualcosa di aereo, ma ha la consistenza e il peso specifico di un gatto grasso attaccato con le unghie alle narici.

Io sospetto che in Cina sia in vigore una legge che prescrive il sabato come giorno di doccia collettiva. Il sabato è il giorno della fatina del sapone, che arriva, da una strigliata generale e poi entra in sciopero per una settimana. Si, dev’essere così: è l’unica, tra le spiegazioni razionali, ad avere un senso.



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