ginnasta

Che il femore
vi accompagni

sport urbano e mastri aerobici


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E comunque, se uno di questi giorni dovesse arrivarvi la voce che mi sono messa a fare aerobica in tutina fucsia e scaldamuscoli blu elettrico, sappiate che sto solo facendo un esperimento sociologico. Voi, comunque, per sicurezza, abbattetemi.

I cinesi sono pieni di contraddizioni. Una tra queste è legata all’esercizio fisico: da una parte lo evitano come si eviterebbero pestilenze e carestie, dall’altra lo praticano con una certa costanza, ma sempre nelle circostanze meno ortodosse. Per esempio, una scena molto frequente in questo paese è la pratica dell’esercizio fisico collettivo. Molto spesso, ma specialmente al mattino presto e al tardo pomeriggio, i cinesi si riuniscono in gruppetti e fanno sport all’aria aperta. Cioè, non è che si ammazzano di fatica o si fanno venire l’acido lattico, non è che alla fine te li ritrovi che grondano di sudore o si rotolano a terra dai crampi. Piuttosto, l’esercizio praticato dai cinesi è molto più simile a uno stiracchiarsi in compagnia, o nei casi migliori a della blanda aerobica.

Per esempio, vicino all’ufficio del fido G., verso le sette di sera spunta una colonia di arzilli settantenni che praticano il  tai chi. Si schierano a compagine folta e compatta in questo largo vialone pedonale, e iniziano a muoversi, coordinatissimi, al ritmo di una musica orientaleggiante pompata da un registratore collegato a delle casse, portate lì apposta. E sono pure carini da vedere. Nel senso, non te l’aspetteresti che una tale muta di cariatidi possa muoversi in modo così aggraziato nello spazio, e che soprattutto non gli si sbriciolino i femori alla prima alzata di coscia.

Se il tai chi è molto popolare tra gli anziani, c’è un altro tipo di esercizio collettivo che va molto in voga tra i più giovani. Io lo vedo spesso in giro, ed è una sorta di risveglio muscolare di gruppo. Il risveglio muscolare mattutino, a differenza del tai chi, è molto più comico. Fa riderissimo perché il contesto in cui avviene è quello lavorativo. In pratica, prima di entrare in ufficio i cinesi si ritrovano in una zona antistante l’ingresso e fanno aerobica. Ecco, vicino a dove lavoro io, c’è uno schermo gigante in cui la mattina passa il video di una cinese in tutina fucsia e scaldamuscoli blu elettrico, che al ritmo scandito di yi, er, san, si, uno, due, tre, quattro, fa aerobica. Di fronte al maxischermo, i cinesi ripetono specularmente i suoi movimenti, e tutti insieme si sparano dieci minuti di ossigenazione ai muscoli. La cosa buffa è che fanno sport in abbigliamento da ufficio. Tipo, l’altro giorno mi sono fermata ad osservare la scena, e ho notato questo esemplare improbabile di maschio cinese in giacca, cravatta e ventiquattrore, fare aerobica davanti all’istruttrice in body fucsia, senza mollare nemmeno per un secondo la valigetta. Cose da fargli l’applauso, proprio. La stessa cosa avviene la mattina davanti ai ristoranti, ai negozi e a tutti gli esercizi commerciali con molti dipendenti. Si posizionano tutti sul marciapiedi davanti all’attività e seguono scrupolosamente i movimenti del mastro aerobico; dopo 15 minuti di alza braccio, piega gamba, rotea bacino, inspira espira a tempo di musica, affannati quanto basta e sudaticci al punto giusto, iniziano a lavorare.

Se questi esempi dovessero mai farvi pensare che i Cinesi ci tengono alla salute, pensate che i cultori dello sport di gruppo sono le stesse persone che fumano alla stessa frequenza di quanto respirano, si abbottano di  grappa come se non esistesse il domani e se gli proponi di prendere le scale al posto dell’ascensore ti guardano come se gli avessi appena detto che hanno la mamma puttana.



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