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filastrocca
di Natale

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Quest'anno ho deciso per via del Natale
Di scrivere un post un po' più speciale
Tra prosa e poesia siamo tutti bambini
Ma alcuni tra noi restan sempre cretini.

Mio caro Babbino, Babbazzo, Babbetto

Mi sento un’urgenza qui dentro, nel petto

Quando ti scrivevo se non a Natale?

Perdona lo stile un po’ artigianale.

 

Lo so ti ho stupito, babbino, babbazzo

Nella prima strofa non ho detto cazzo

Ma se mi trattengo anche solo un filino

Mi spuntano corna e zoccolo caprino.

 

Io e te ci capiamo ne sono sicura

Per questo ti chiedo con cura e premura:

Ma tutte le volte che ho chiesto balocchi

Perchè ti ostinavi a portarmi finocchi?

 

Il tempo è passato facciamo a capirci

Ti ho già perdonato eran solo capricci

Mo’ cerca di stare sulla stessa onda

Te pare che in fronte c’ho scritto Gioconda?

 

Desidero chiederti un paio di cose

quest’anno son poche ma voluminose

Se ti metti comodo accanto al camino

Adesso comincio, ma versami il vino.

 

Mio caro babbino babbetto babbuccio

Lo ammetto che a spingermi a scriverti è il cruccio

Che più andiamo avanti con le primavere

Più perdo il controllo dello sfintere.

 

C’ho trentaquattr’anni non sono bambina

Perciò se ti avanza, che c’hai ‘na cremina?

Da spalmare in faccia perchè n’altra ruga

Domani mi sveglio Maria Teresa Ruta.

 

Adesso mi sparo una rima alternata

Virtuosa sorpasso a semaforo rosso

Poetessa? Stocazzo! Vorrei ma non posso

Stai sciallo, riprovo, ero solo agitata.

 

A quelli che dicono Se io potrei

Rinchiudili tutti dentro una stanza

Chè a colpi di nerbo e con tanta costanza

Imparino alfine qual è il giusto Verbo.

 

Per chi a Natale “siam tutti più buoni”

Ma poi tutto l’anno frantuma i coglioni

Più buoni stocazzo, nei giorni di festa

Gli mandi un piccione a cagargli in testa?

 

(Al)le genti che al Ti Amo rispondono Grazie

Tu portagli un sacco pieno di primizie

Banane zucchine piramidi egizie

da ficcare in c**o finchè sono sazie.

 

A chi ha un amore e lo dà per scontato

Fa lo sfaticato perchè gli è consueto

A chi lo pretende e in cambio dà niente

un crampo al pisello, accidentalmente.

 

A chi dalla vita si aspetta un tamtam

Di soli unicorni allegria e caramelle

Tu spiega che nonno mio sarebbe un tram

Se al posto dei piedi c’avea le rotelle.

 

A chi vuol carrozza cavallo e cocchiere

Bei guanti di pizzo lacchè e cameriere

Fa’ si che ricordi tra le sue preghiere

Quant’è bello chiedere prima di avere.

 

A quelli che ridon con la bocca chiusa

Che l’han sigillata per autodifesa

La gioia fluisce in uscita e in entrata

Ma solo se ridi a bocca spalancata.

 

Per quelli che han perso lo slancio in volata

Le ali di seta bucate in caduta

Progetta un sistema a planata assistita

Che li tiri in su con una calamita.

 

Le stelle stanotte son tante son grosse

Un mio desiderio? Soltanto ci fosse

Accanto al mio letto un interruttorino

Che ne accende una sul mio comodino.

 

A quelli che dicono che non esisti

Sguinzaglia le renne e i tuoi elfi e li pesti

A quelli che a Te non ci credono più

Rispondi sornione: “Hai mai visto Gesù?!”

 

E a chi non ti caga, che ha altro da fare

Tu fagliela credere, il tempo passare

Va in giro a vantarsi so’ bello so’ fico

Ma poi lo capisce, gli manca un amico.

 

Un’ultima cosa babbuccio babbino

Non so se hai presente il mio coinquilino

Dovesse pensare – così – di scappare

Un unico crampo: sai dove puntare.

 

Per me non ti chiedo niente di anormale

Non regni, ricchezze, champagne o caviale.

Tu portami baci, carezze e anche schiaffi

Tieni tutti i soldi, ma levami i baffi.

 



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