Dello stesso episodio...

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Un po' di tempo fa, poco dopo aver terminato la mia relazione con il non più fido G., Francesco mi guardò dritta negli occhi e mi disse: "Preparati, non sarà facile per te trovare un uomo adesso.
Mecojoni! Esclamai in un impeto di grazia. Francesco, come sempre, aveva ragione.

Io ho molti amici maschi. Con loro mi trovo bene, forse perché mi risulta più semplice parlare, non devo pesare troppo le parole, le sfumature di significato vengono colte in modo neutrale – oppure, vivaddio, non vengono colte – e posso intervallare con più disinvoltura qualche rutto ai discorsi. Insomma, già parlo (troppo) con me stessa, mi confondo da sola, mi faccio venire i tic, indulgo in nevrosi e paranoie che un quarto basterebbe: coi maschi mi posso rilassare. SGROT.

Nonostante io reputi i maschi delle creature semplici dalla mente contadina, devo ammettere che quelli di cui divento amica hanno una marcia in più: alcuni hanno una parte femminile molto sviluppata pur restando vigorosamente eterosessuali, altri si differenziano per una capacità di astrazione inaudita per il loro genere, altri ancora sono froci e amano che io li chiami froci, cosa che mi permette di chiamarli froci impunemente anche davanti ad altri froci, che se ci pensate è un vantaggio non da poco.

Tra i miei amici maschi etero, ce n’è uno che vedo raramente, per motivi prettamente geografici, ma che ha un superpotere speciale. Egli, con la precisione di un cecchino, possiede la capacità di farmi capitolare nel giro di tre secondi netti. Cronometrato più volte. Il meccanismo è molto semplice, il dialogo ancora di più: di solito Francesco, così si chiama, mi guarda negli occhi e mi chiede “Come stai?”, e io  – che quando lo vedo cerco sempre di dissimulare le pippe del momento con canti, balli e profferte di sacrifici umani alla divinità del camouflage – mi ritrovo in pochissimo tempo a confessare i miei più sordidi peccati, le mie ansie e tutto il contorno di paturnie variegate che mi contraddistinguono. Qualche volta al “Come st..”, ho già in mano un fazzoletto e mi sto asciugando il moccio dal naso.

Insomma, un po’ di tempo fa, poco dopo la fine della mia relazione con il non più fido G., Francesco mi guardò dritta negli occhi e mi disse: “Preparati, non sarà facile per te trovare un uomo adesso, per le seguenti motivazioni…

1) Tu sei una femmina con sotto due coglioni così

2) A trent’anni non vuoi un toyboy nè un coetaneo

3) Il 35-40enne è già in una relazione

4) Se non è in una relazione, non abbassare la guardia poichè!

a) è un immaturo cronico, b) è psicopatico, c) è uno troppo ferito dalla vita”.

Mecojoni! pensai mentre mi strizzavo le minitette per scaramanzia. Non immaginavo che qualche tempo dopo le opzioni abc si sarebbero incarnate tutte in un’unico corpo. Non immaginavo che ad abc si sarebbe aggiunto l’intero alfabeto latino più un coro di trans che canta YMCA a loop sotto ecstasy. Non immaginavo che in natura potesse esistere una creatura capace di scatenarmi dentro una tale tempesta perfetta di emozioni & vaffanculi che lèvati, no ma cioè, te devi proprio levà.. E invece sì. Innalziamo al cielo canti di giubilo!

Questa persona è stata importante, per tanti motivi che tengo per me. Soprattutto però, mi ha fatto capire certe cose: alcune di esse sono ancora in fase di elaborazione, altre le ho capite troppo tardi, altre ancora non le capirò mai perchè sono bionda.

La più importante tra tutte, che vorrei condividere con voi, è così schifosamente banale che spesso passa in secondo piano. Pronti? Via. Se una persona vuole stare con noi, ci starà.

Non esiste obiezione, Vostro Onore. Può esserci di mezzo qualsiasi fattore esterno, qualsivoglia motivazione razionale, qualunque pippotto da giovane Werther: si è spezzato un’unghia, gli è atterrato un asteroide spaziale sull’alluce, deve portare le focaccine alla nonna nel bosco, si è ritrovato una cubista slava nel letto a sua insaputa, il Mago Otelma ha previsto esiti infausti sulla vostra relazione, sua madre lo disereda se vi porta a pranzo, ha sbattuto la testa e non si ricorda più come si piscia in piedi, l’ISIS gli ha rapito la prozia di Campobasso, è stato attaccato da uno sciame inferocito di assorbenti alati oppure è scoppiato Cicciobombo Cannoniere con tre bombe nel sedere.

Se lui vuole stare con noi, ci starà. Punto.

Se non ci vuole stare, la verità è che non gli piacciamo abbastanza. E allora il punto ce lo mettiamo noi e poi andiamo a capo. Senza dimenticare, con educazione, cortesia e pacatezza, di indicargli il percorso più breve per andarsene affanculo: metti che, con tutti i pensieri che c’ha, si fosse mai scordato la strada.



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