Photo: Leaving home, by Shena Tschofen

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Biella, per quanto mi riguarda, è una cittadina molto carina che viene ingiustamente denigrata con epiteti tipo "pisciatoio d'Italia": perchè, mi chiedo? Solo perchè tendenzialmente piove 360 giorni all'anno e gli altri 5 grandina? No, Vostro Onore, mi oppongo. Sono notizie false e tendenziose messe in giro dai giornali di sinistra (che peraltro a Biella non esistono).

Negli ultimi mesi ho vissuto in Italia. Per tutta una serie di motivazioni legate in gran parte al fatto che sono squilibrata, ho deciso di tornare in patria per un po’  – tutto sotto controllo, me ne sono già pentita – e provare a starmene lontana dai guai, trovare il mio posto nell’universo, vivere una vita sana e regolare: insomma, tutte quelle cose che le persone normodotate hanno iniziato a fare da un pezzo.

Una congiunzione astrale particolarmente propizia ha fatto sì che grazie a questo blog io trovassi lavoro a Biella, deliziosa cittadina piemontese nota, tra le altre cose, per aver ospitato importanti produzioni cinematografiche – tra le più importanti ricordiamo Il buono il brutto e il biellese, Biella Dancing, Kill Biell e il premio Oscar La grande Biellezza - e aver ispirato alcune tra le canzoni che hanno fatto la storia della musica leggera italiana – Biella senz’anima, Più biella cosa e l’indimenticabile Biella stronza.

Biella, per quanto mi riguarda, è una cittadina molto carina che viene ingiustamente denigrata con epiteti tipo “pisciatoio d’Italia”: perchè, mi chiedo? Solo perchè tendenzialmente piove 360 giorni all’anno e gli altri 5 grandina? No, Vostro Onore, mi oppongo. Sono notizie false e tendenziose messe in giro dai giornali di sinistra (che peraltro a Biella non esistono).

Una volta elaborato il fatto di dover vivere qui per qualche mese (processo che è durato proprio qualche mese) ho cercato di entrare in contatto con la popolazione locale: devo dirlo, non è stato semplicissimo. Prima di tutto perchè la mia generazione sembra non esistere: si narra che i trentenni siano scappati una piovosa notte del 1995 (ancora dodicenni), trafelati come lepri in fuga, per non fare ritorno mai più. In città si aggirano colonie di minorenni di varia etnia (anche terrona), anziani, il minimondo dei dipendenti di Banca Sella, coppie sposate con figli bellissimi e l’intera generazione dei quarantenni maschi, che Dio ce ne scampi e liberi.

In secondo luogo, il biellese medio è noto per una certa ritrosia nel fare amicizia, il che mi costringe a parlare del paradosso dell’amico biellese, che si declina più o meno così: qualsiasi biellese con cui ti capita di parlare, ti dirà che il biellese non fa amicizia facilmente, è chiuso, snob, taccagno e pure un po’ faccia di culo. Lui/lei però è diverso dagli altri. Si tratta ovviamente di un paradosso, in quanto se fosse vero che tutti i biellesi sono chiusi, snob, taccagni e pure un po’ faccia di culo non starebbero lì a comunicarti che i biellesi sono chiusi, snob, taccagni e pure un po’ faccia di culo. Quindi, delle due l’una: o io ho sempre incontrato biellesi atipici oppure al biellese piace molto auto-denigrarsi. Ma questo, probabilmente, è un mistero destinato a restare sepolto tra le pieghe del cachemire. In ogni caso, io che notoriamente riesco a fare amicizia pure con sassi, muschi&licheni, posso orgogliosamente dichiarare di aver stretto delle ottime amicizie – alcune persino con biellesi doc – quasi tutte accomunate da un fattore troppo spesso additato come negativo: l’alcolismo. Bisogna sapere, difatti, che Biella è nota anche per una vita notturna assai vivace, al limite della dissolutezza. Addirittura, si narra che una volta siano state avvistate due persone passeggiare in centro alle 19:30. Nessuno sa se sia veramente accaduto, ma è comunque una leggenda affascinante.

IMG-20150605-WA0004 In ogni caso, per rifiatare tra un concerto e un party esclusivo, ci si può rifugiare nei bar della città per fare aperitivo. Una volta io e la mia amica Gianky ci siamo viste alle otto di sera e siamo rimaste a chiacchierare e bere fino all’ora di chiusura, anzi hanno proprio dovuto buttarci fuori, a una certa i locali devono pur chiudere, eccheccazzo: erano le 22.

In realtà, Biella è un posto davvero piacevole in cui vivere, specialmente se ti sei appena trasferito da Beirut, per esempio. Non è vero, sto scherzando: devo ammettere che le macchine si fermano sempre a farti attraversare sulle strisce, c’è un sacco di verde e la vista delle montagne, certe mattine, ti smuove dentro qualcosa, qualcosa di molto simile a un’emozione. Poi però passa subito, niente paura.

A onor del vero, in questa città, in poco tempo ho imparato lezioni importanti: che la mia capacità di adattamento alle circostanze è più forte di quanto credessi già, che si può trovare un amico vero anche in uno nato negli anni ’90, che l’esperienza non esiste, che le maschere dopo un po’ cadono da sole, che il cavallo vincente si vede all’arrivo e che le chiacchiere senza distintivo valgono quanto l’asso di mazze quando la briscola è a coppe. Bon.

Tralasciando il mio gusto per sarcasmo e iperboli, però, vorrei ringraziare sinceramente tutte le belle persone che ho incontrato in questa avventura: Simone per aver sopportato di svegliarsi ogni mattina con me in casa; Gianky, Giuditta e Corrado per i caffè, le risate e le chiacchiere al bar sotto l’ufficio; Giorgio per l’ironia, il sostegno e le passeggiate; Hui per essere la mia anima cinese; i miei 3 moschettieri per aver creato un ambiente di lavoro tra i più spassosi; la Meggiorau e la Germanigna per la pallavolo shhpettaculuuu, Francesca per essere il mio specchio, tutti quelli che non ho nominato ma che sanno di esserci e quelli che purtroppo ho conosciuto troppo tardi. Vado avanti, ma so che chi vuole restare nella mia vita ci resterà, le strade delle persone che si vogliono bene si incrociano sempre. Io me ne svolazzo da qualche altra parte, ritorno ad essere la ragazza con la valigia: un giorno magari lo trovo pure io un posto che sarà casa. A chi non vuole esserci, invece, a chi non ci ha creduto, a chi non ha capito, auguro tante cose belle e faccio ciao ciao con la manina. Pronti, partenza, VIA!



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