puikko, I love realism

Anatomia
del cuore

quello che non ho studiato a scuola

Photo: puikko, I love realism

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Il cuore è un muscolo presente nella maggior parte degli organismi animali. Negli esseri umani è posto al centro della cavità toracica ed è protetto dalle costole, che fungono da scudo. Credo che le mie costole non abbiano ben chiaro questo concetto.

Il cuore è un muscolo presente nella maggior parte degli organismi animali. Negli esseri umani, esso è posto al centro della cavità toracica ed è protetto dalle costole, che fungono da scudo. Credo che le mie costole non abbiano ben chiaro questo concetto.

Il cuore pesa nell’adulto circa 250-300 grammi. I dati variano secondo età, sesso e costituzione. Il peso del mio cuore credo rientri nella norma. Il peso sul mio cuore, certi giorni, è Giuliano Ferrara in equilibrio su un uovo.

Il cuore si divide in due cavità principali. In alcuni cuori, al centro delle due cavità esiste un punto: è microscopico, nascosto tra le pieghe dei tessuti fibrosi, incaprettato tra le parti più molli, una cosa che in confronto il punto G. è più segnalato della pista dell’aeroporto di New York. Se intercettato e colpito, questo punto ha la caratteristica di polverizzare il cuore all’istante. Un attimo c’è, quello dopo manco il fumo. Io conosco degli ottimi cecchini.

Il cuore è l’organo che scandisce senza sosta il ritmo della vita. Fino a quando non si ferma, allora significa che sei morto, pirla. In alcuni casi però si può morire anche se il cuore continua tecnicamente a battere, conosco persone così. Non sono zombie, appaiono esattamente come me e te, solo che hanno deciso di ignorare il battito. E poi ci sono quelli che il battito lo ascoltano fin troppo, e si muovono a tempo, costantemente, seguendone il ritmo: non è bello da vedere, sembrano piccioni. Forse però sono più felici degli altri.

Il ciclo che porta il cuore dallo stato di contrazione allo stato di riposo e quindi nuovamente a quello di contrazione è detto rivoluzione cardiaca. Nella prima fase il cuore si apre, l’animo si scalda, la botta d’ossigeno pulito è labirintite; allora sali sulle barricate con entusiasmo e ti lanci incontro al nemico nella convinzione di essere invincibile, minchia zio bordello spacchiamo le banche. Nella seconda arrivano i celerini, ti gonfiano come una zampogna e finisci più morto che vivo su un marciapiede cagato dai cani. Nelle rivoluzioni qualcuno si fa sempre male.

Il cuore è un organo tanto affascinante quanto fragile. Per questo, se non protetto adeguatamente, può essere interessato da diverse patologie, che si distinguono in congenite o acquisite. Tra le congenite la più diffusa è l’aridità. L’aridità, purtroppo è incurabile. Un cuore arido è qualcosa di immanente e immodificabile, che bisogna prendere come un dato di fatto, tipo le zanzare in estate, Orietta Berti, i comizi di Salvini o i cateti costruiti sulle ipotenuse.

Tra le acquisite invece, c’è l’indurimento, ovvero l’incapacità di accettare le carezze nuove. E’ molto grave, di solito. Forse è curabile, forse no. La comunità scientifica continua a dibattere sulla questione. Quella animale non ne è affetta, ma si sa che gli animali sono creature superiori (a parte le blatte, se mi permettete). La comunità umana, invece, si suddivide in quelli che continuano a mettere strati su strati di piombo fuso a protezione del cuore, fino al punto che – se anche volesse provarci, se anche decidesse di emettere un suono flebile, un ehiii, c’è qualcuno lì fuori? Mi sento un po’ solo qui… finirebbe per rispondersi da solo che beh, no, non c’è più nessuno lì. E manco fuori.

E poi ci sono quelli che a furia di leccarsi le ferite gli è venuta una lingua quanto uno pneumatico da neve, non sono cose belle mi direte, ma questi sono fatti così, ci credono sempre. Per levargli la speranza gli devi aprire il petto a mani nude e ci devi pisciare dentro. Solo che non è facile acchiapparli: questi volano, lo sai? E vanno veloci, e si muovono seguendo traiettorie imprevedibili, come le mosche ubriache, come i cinesi nelle metropolitane. Solo che sono molto più belli. Delle mosche, dei cinesi, pure degli arcobaleni se è per questo.

Ho sentito dire che l’unico modo per abbatterli, mentre stanno lassù che se la volteggiano – graffiati ma coraggiosi, perciò incantevoli come le lucciole a pelo sul mare –  è pronunciare alcune formule magiche segrete. Bisogna stare attenti, però, perché possono essere fatali. Ho sentito dire che una di queste formule recita più o meno così:  “…lei…c’è… sempre…stata…”

Ho sentito dire che ci sono cuori che sono stati annientati così. Ho sentito dire che ci sono cuori che non ce l’hanno fatta. Ho sentito dire anche, però, che certi cuori, prima di esplodere come bengala, prima poi di spegnersi, prima di creparci male,  sono riusciti a pronunciare una parola: una, breve, sussurrata…

…Su…ca…”.

Giusto prima di. E poi giù, silenzio.

 



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