Photo: THE OTHER SIDE
Dello stesso episodio...

Sidebar

Nonostante le mie caratteristiche femminili si riducano al semplice fatto di detenere una patata, anche io nella vita ho avuto delle esperienze sentimentali e persino sessuali. Mi sembra che i tempi siano maturi per esporre al mondo il mio personale studio antropologico sulla fauna maschile che ho incrociato lungo il mio cammino. Perché loro sono lì, e anche voi correte ogni giorno il rischio di incrociarli. In questa prima parte, propongo tre prototipi di mascolinità preoccupante.

Nel mezzo del cammin della mia vita sentimental-sessuale, posso affermare di avere avuto qualche esperienza degna di nota. Crescente, calante, a margine, poco importa signora mia: come diceva mia nonna, tutto fa brodo. Certo, non posso sostenere di essere la Moana Pozzi del ribaltabile – mi mancano cavalli, rettili, ovini e svariati animali da cortile, immagino – ma nemmeno di essere una pia donna dell’ordine monastico delle Fregna Sconsolata. Pertanto, facendo una rapida media che tenga in conto fattori quali età, guizzi ormonali e pause obbligate, posso affermare di averla data via un dignitoso numero di volte e per svariate ragioni sociologiche: per amore, per misericordia, per gentilezza, per noia, talora per vendetta, in certe circostanze perché “bisogna pur che il corpo esulti”, in sfocate occasioni sotto effetto di Negramaro di Puglia e/o sostanze vagamente psicotrope, ma fortunatamente mai sotto minaccia o costrizione, se non quella di uno spaventoso e irrefrenabile picco ormonale pre-ciclo. Sostanzialmente, però, quasi sempre con una certa parvenza di romanticismo: perchè in qualche modo devo pur auto-convincermi di essere una donna come tutte le altre. Dududù-dadadà.

E insomma, oggi ho deciso di condividere con voi, mie adorate cavie da laboratorio, i risultati di questa mia personale indagine antropologica sulla fauna maschile con cui ho avuto l’onere di condividere limoni, sedili di auto, letti a una piazza, pavimenti dei peggiori bar di Caracas e variegati giacigli di fortuna. Ponendo un’enfasi speciale sugli uomini da evitare con la stessa determinazione con cui evitereste una purga gusto ‘Nduja.

Per non caricarvi di troppa consapevolezza ho deciso di suddividere il mio studio in più parti. Qui di seguito la parte prima.

IL FOSSI FIGO (o WANNABE JAVIER)

guy-with-bowtieIl soggetto è intimamente convinto di somigliare a quello che in letteratura è conosciuto come picco massimo di sexaggine testosteronica, ovvero Javier Bardem. E’ proprio con tale infondata sicurezza di sè che si approccia alla partner di turno. Di solito è alto un metro e un cazzo, sfoggia una barbetta di 3 giorni la cui consistenza si avvicina pericolosamente a quella dei peli pubici di un dodicenne cinese e alla stregua di Javierone nostro – CheDioCeLoPreserviNeiSecoliAmen –  pronuncia la S alla spagnola, ma solo perché ha la zeppola come Jovanotti. Per onestà intellettuale, però, bisogna ammettere che del Bardemone, in taluni casi possiede delle caratteristiche, per esempio gli occhi. Solo che, come in un quadro cubista, gli sono stati montati al posto sbagliato: nel caso in questione, nel culo.

IL GIOVANE WERTHER

Boys_2Il soggetto si propone a una prima analisi come un essere mediamente normale: è carino, ironico, spiritoso e pure colto; in più, se gli scappa un rutto evita di fare il soffione, dettaglio da non sottovalutare nel panorama maschile attuale. Inizialmente sembra possedere tutte le caratteristiche giuste per diventare, se non proprio il padre dei tuoi figli, una creatura gradevole con cui passare dei pomeriggi all’insegna di un limone tranquillo, del tipo chi vivrà godrà. Salvo poi – di solito poco prima dello smutandamento – uscirsene con pipponi epici sul trauma del divorzio dei suoi genitori e/o la morte prematura del criceto di famiglia e/o la mancanza di prospettive lavorative in Italia. A quel punto ti sei già accesa una canna e stai galoppando su un unicorno rosa verso lidi più seducenti, tipo la Striscia di Gaza.

IL WAKE ME UP WHEN SEPTEMBER ENDS

funny-wedding-boy-man-face-photos1Ecco un soggetto interessante in quanto insidioso più di un covo di donne che chattano su whazzapp. Il sociotipo in questione entra in azione all’inizio dell’estate – facciamo giugno – e ti martella le ovaie fino alla mezzanotte del 14 agosto, quando in occasione del tradizionale falò sulla spiaggia, mentre il resto del gruppo canta appassionato le canzoni di Battisti, tu! gonfia di Tavernello come un’oca da patè, non decidi che hai voglia di limonarlo: così, per sfinimento. E poi perché in fondo pensi che se da due mesi e mezzo ti sfrànteca i sentimenti con messaggini sdolcinati, rose e tag d’amore su Facebook, alla fin fine – pure se c’ha quella faccia un po’ così, diciamo da Giancarlo Magalli – magari un limoncino se lo merita. E poi ti piace anche un po’, perché tutto sommato hai sempre avuto una puntina di gusto dell’orrido. Ecco, sappi che quindici giorni dopo, in data 1 Settembre, aprirai la tua home di Facebook e troverai la foto di lui che, in ginocchio su filo spinato, regala un anello di diamanti 24 carati a una moldava minorenne che ha conosciuto – lo scriverà la stessa futura sposa sui commenti – il 15 agosto. Mattina. Mentre tu vomitavi il Tavernello nella buchetta di sabbia scavata coi gomiti per l’occasione.

FINE PARTE PRIMA. 

Avete mai avuto a che fare con uno dei sociotipi in questione? Aspetto le vostre testimonianze con eccitazione quasi sessuale. Continuate pure la vostra vita, ma ricordatevi di passare da qui per la seconda parte dell’indagine, quella in cui prenderemo in esame altre succulente tipologie di fauna maschile.

CONTINUA….



 Condividi 

Abbattimi con un commento!