me and renee, by natcatwil

L'amico
disturbato

l'ordine dell'universo

Photo: me and renee, by natcatwil

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Esiste una scala di stranezza tra gli esseri viventi, dove 1 sta al compagno di banco delle elementari che si scava tunnel nel sedere con la penna Bic (credo di avere avuto un'infanzia borderline, sì) e 10 a gente appassionata di arte che finisce per invadere la Polonia. L'importante è essere consapevoli che senza stranezze il mondo sarebbe una sconfinata steppa di noia e per reazione finiremmo tutti a scavarci tunnel nel sedere con la penna Bic.

Esiste una scala di stranezza tra gli esseri viventi, dove 1 sta al compagno di banco delle elementari che si scava tunnel nel sedere con la penna Bic (credo di avere avuto un’infanzia borderline, sì) e 10 a gente appassionata di arte che finisce per invadere la Polonia. Ora, alcuni amici miei mi hanno detto che ho un disturbo ossessivo-compulsivo, perché non mi piace veder girare gli oggetti. Quando siamo a tavola, per esempio, c’è gente che ama ammazzare il tempo facendo roteare il bicchiere, il telefonino, la bottiglia di birra. Io se non me ne accorgo sto bene, figurarsi. Se però me ne accorgo mi piglia una lieve sensazione di malessere e devo distogliere lo sguardo, che le cose che girano no, tte prego, no.

Cioè, non è che salto sul tavolo e mi metto a urlare maledizioni ittite, eh? Però mi piglia male. Magari ti tiro delle occhiate per farti capire che la devi smettere. Se non la smetti, allora te lo chiedo gentilmente, di finirla. Non sono aggressiva, non ho mai spaccato bottiglie di birra in testa a nessuno finora, e dubito che potrei arrivare al punto da infilzarti una forchetta nella pupilla, però mi viene l’impulso irrefrenabile di rimettere le cose a posto. Se, per dire, vedo che il bicchiere ha fatto tre rotazioni su se stesso, io non mi sento in pace fino a quando non gli faccio rifare tre giri in senso inverso. Per rimettere ordine nell’universo, più o meno. Mi sembra un po’ poco per dire che c’ho il disturbo ossessivo-compulsivo, ecco. E poi a mia discolpa posso dire che se di disturbo si trattasse, allora sarebbe giusto una tara familiare del ramo materno, che a quanto ne so mi nonna ne è stata l’untrice primigenia. Però continuo a sostenere che non è grave, dottore. Al massimo una deriva autistica, chettedevodì.

Anche perché, quando per esempio faccio girare le palle ai miei amici, non sto male per niente (anzi provo pure un piacevole moto di orgoglio) e non mi sento nemmeno in dovere di ravanargli tra le mutande per rimettergliele al loro posto.

Insomma, ognuno ha le sue manie/fobie:  Amina fa gli esperimenti con le unghie dei piedi, i Cinesi hanno la fobia di ruttare internamente (molti di loro sono convinti che si possa morire, lo giuro), conosco un tipo russo che a Shanghai che non ha mai preso la metropolitana in 4 anni perché pensa che gli possa crollare addosso il tunnel, c’è gente che è incapace di buttare nella spazzatura le decine di spazzolini vecchi che non usa più, poi c’è quell’altro che ama fare le puzzette in ascensore per vedere le reazioni dei presenti. E quindi? Che male vi faccio io che non posso vedere gli oggetti girare?

E quindi stasera, quando tornerete a casa, date una carezza al vostro amico disturbato, e ditegli: questa è la carezza di abbattetela. Forse toccherete una guancia bagnata di lacrime; forse invece rischierete che vi stacchi una falangetta a morsi. Ma riflettete: tutti noi, al giorno d’oggi, abbiamo un amico un po’ disturbato. Pensateci. Ci avete pensato?

No, perché se pensate di non averlo, allora probabilmente l’amico disturbato siete voi.

 

 



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