Chi l’ha detto che i cinesi sono tutti uguali? Non è vero! Alcuni, per esempio, sono identici.
Poi uno dopo tre anni ci fa l'abitudine, oppure trova dei piccoli escamotages per riuscire a distinguerli. Il vero dramma è quando il cinese ti si presenta fuori contesto...

Chi l’ha detto che i cinesi sono tutti uguali? Non è vero! Alcuni, per esempio, sono identici.

Insomma, non vorrei scadere nell’ovvio, ma… su, cerchiamo di essere un pelo oggettivi. Mettiamo il caso, tanto per dire, di dover fare un confronto all’americana, di quelli che si vedono nei film. Ecco, prendiamo per esempio un film capolavoro assoluto come “I soliti sospetti”. C’avete presente la locandina, nevvero? No? Smettete pure di leggere, non siete persone gradite all’interno di questo blog.

No scusate, era soltanto dell’umorismo francese: ecco, take a look at this.

Memorizzato per bene? Perfetto.

Adesso, con una semplicissima operazione mentale, sostituiamo alle facce di questi cinque, altrettante facce di cinesi.

“Allora, signora, dopo un intenso lavoro d’indagine durato ben diciassette anni, la nostra squadra  della caserma di Cozzammare in Collina è finalmente riuscita ad isolare una rosa di cinque sospetti. E’ stato un lavoro lungo e sfibrante ma ce l’abbiamo fatta. Lei è l’unica testimone oculare, grazie al suo contributo riusciremo finalmente ad assicurare il nostro malfattore alla giustizia. Quindi su, si faccia coraggio, signora: ce lo descriva, ce lo indichi!”

“Va bene, maresciallo Pappalardo…allora…quella sera era un poco buio a dire la veri…”

“Non indugi, signora!”

“Eh, si, ecco. Le volevo dire, appuntato Brischetto, in realtà io non so se…”

“Signora, che fa adesso? Tentenna? Tituba? Su su, le manette tintinnano!”

“…E va bene, commissario  Montalbano. Quindi…allora…l’assassino era un poco bassino…poi aveva i capelli corti… Neri, anche, neri erano!”

“Vada avanti, signora! Non tergiversi!”

“No no, scanzàtini, non teggi..terghi…ora ce lo dico va! Quindi, era bassino, aveva questi capelli un po’ corti e neri, poi…aveva gli occhi neri! Si, neri.”

“Si, certo, ma si sforzi signora! Le ricordo che questo efferato assassino va assicurato alla giustizia quanto prima!”

“No, certo, si. Poi ho notato questo particolare, che c’aveva il naso un poco schiacciato…come si dice in italiano, signor vigile Sconzapane? Ah, si, scafazzato (mi scusi, ma io non ho le scuole alte)”

“Certo, signora, capisco, è emozionata, ma non tema, non tema! Vede? Sono dietro un vetro, non possono farle del male e lei sarà sotto la nostra protezione sempiterna. C’è altro che vuole aggiungere?”

“Certo, brigadiere Rapisarda. Una cosa che non mi potrò scordare mai fino a che campo: aveva gli occhi un poco allungati…come…tipo…ecco, a mandorla, va!”

Certo, risponderebbe allora il colonnello della caserma di Cozzammare in Collina, sbattetemela dentro per intralcio alle indagini.

Il problema fondamentale non è tanto che siano tutti uguali, perché a quello un rimedio si può trovare: gli si possono attaccare degli adesivi in fronte, per dirne una. In realtà dopo un po’ si riesce a distinguerli, a grandi linee quantomeno. Io per esempio, dopo tre anni e più sono capace di riconoscerli, e lo dico con una punta di orgoglio anche. Il dramma è quando  l’individuo cinese ti si presenta fuori contesto; quando uno che vedi sempre a lavoro, ad esempio, un giorno lo incontri per la strada, o alla posta. Basta quello e crolla ogni certezza. Oggi, per esempio, in metropolitana ho incontrato un ragazzo che conosco e automaticamente l’ho salutato, lui da persona educata mi ha salutata di rimando e poi mi ha chiesto: “Allora, è andata bene alla fine?”

E io sono rimasta là impalata, con le sinapsi che mi tentavano il suicidio cercando di capire chi fosse, a quale contesto  di vita appartenesse e soprattutto cosa, cosa avrebbe dovuto andare bene?! Allora per cavarmi d’impiccio ho dovuto fingere di essere sordomuta.