12 Clowntjes die het niet helemaal snappen, by upcoming.nl

Intermezzo
ridicolo

a corpo morto

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Ci sono dei momenti nella vita in cui, secondo me, bisogna assecondare la corrente. Lasciarsi trasportare a corpo morto per un po’, giusto il tempo che ci vuole per ricominciare a respirare, ché prima o poi si ricomincia a respirare, dicono. Ma senza forzare la mano, di grazia. Il corpo ha ragioni che la mente spesso non conosce. Galleggiare come stronzi, si dovrebbe, ecco. Per un pochino.

Per esempio, mia mamma dice che anche quando uno passa un momento difficile non dovrebbe mai, per nessuna ragione, lasciarsi andare; a cominciare dalle piccole cose, tipo truccarsi. Lei sostiene che truccarsi sia un deterrente al pianto, ma non lo so se ci crede veramente. Nel senso, in certi momenti una mamma sarebbe capace di affermare qualsiasi cazzata pur di non veder piangere una figlia.

E comunque con me non funziona, pardon. Però non è che sono tutti come me. Magari certe donne hanno abbastanza autocontrollo da dire no di fronte alla prospettiva della mutazione genetica verso il panda. Io no. E allora, piuttosto che correre in bagno a rifarmi una faccia ogni dieci minuti, io per il momento ho smesso di truccarmi: che voglio dire, risparmio pure sul fondotinta, che de sti tempi, signora mia.

Ci sono dei momenti nella vita in cui, secondo me, bisogna assecondare la corrente. Lasciarsi trasportare a corpo morto per un po’, giusto il tempo che ci vuole per ricominciare a respirare, ché prima o poi si ricomincia a respirare, dicono. Ma senza forzare la mano, di grazia. Il corpo ha ragioni che la mente spesso non conosce. Galleggiare come stronzi, si dovrebbe, ecco. Per un pochino.

Non hai fame, baby? Non mangiare. Punto. Lui, il tuo corpo, ti dirà quando è il caso di ricominciare. Magari succederà con una spaghettata alle sette del mattino, che ne sai?

Non riesci a dormire, baby? Cammina. Guarda un film. Scrivi. Scriviscriviscrivi. Lui ti farà sapere quando ha bisogno di riposare. A quel punto sarai talmente spossato che non te ne accorgerai neanche.

Vuoi piangere, baby? Fallo, in ogni forma possibile. Singhiozza, piagnucola, urla, gemi, vagisci se devi. Saranno suoni disarticolati che nemmeno tu pensavi di poter emettere, e te ne stupirai, ci sarà un’altissima probabilità che qualcuno chiami un istituto psichiatrico, ma tu, se vuoi, continua fino a che non ti porteranno via. Anche dopo, se ne hai bisogno. Cioè, te ne frega davvero qualcosa? Se c’è una cosa che ho imparato nella vita è che le persone che non mostrano le proprie emozioni sono pericolosissime. Sul serio.

Esistono giorni più bui di altri. E dolori più laceranti di altri. E pene più appuntite di altre. E dispiaceri più profondi di altri. Tutto sembra che sia più di. Forse lo è, forse lo è adesso, forse lo è in parte. Forse ne morirai, forse no!

Solo, non forzare in un senso o in un altro. Siediti, aspetta, vedi se riesci a sentire qualcosa, prenditi il tuo tempo.

Poi rialzati e mangiati una fragola.

 



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