Serpenti
sdentati

Dentisti a Shanghai / 1 Tutto iniziò così



Dello stesso episodio...

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Non era un dente da latte, ma un molare. Avevo quasi trent'anni quando lo persi. Non lo ritrovai mai più, ma fu il primo passo verso la consapevolezza che anche in Cina, i dentisti, esistono. Ed era solo l'inizio...

In Cina quest’anno siamo passati dall’anno del Dragone a quello del Serpente. Per iniziare al meglio il mio nuovo anno Cinese, ho deciso di perdere un dente. Cioè, io me lo sarei anche tenuto, eh? Ma evidentemente lui ha deciso che la mia bocca gli stava troppo stretta, quindi ha optato per un’uscita in grande stile. Ecco, la mattina del primo dell’anno, mangiando un pezzo di pane (né raffermo né ammuffito, a mia discolpa), ho masticato una cosa dura che ho decretato essere una pietra. Ignorando la voce dello struzzo dentro di me (che da sempre mi spinge a ignorare il problema o aggirarlo con perizia, e comunque a procrastinare l’inevitabile oltre ogni palese evidenza), e seguendo un guizzo di incoscienza, ho deciso che invece di ingoiarmela direttamente, avrei potuto procedere ad un’analisi scientifica più accurata del fossile. Se tutti ragionassero come me sono sicura che avremmo già trovato la cura per l’AIDS, tipo. Purtroppo, però, non tutti possono vantare la mia lungimiranza.

Dopo aver ripulito l’oggetto d’indagine dai resti di bolo alimentare (tanto lo so che è una pietra) mi accingo all’osservazione delle caratteristiche fisiche. Bastano pochi secondi per scoprire, con disgusto, che non di pietra si tratta, bensì di un pezzo di molare di circa 5mm di lunghezza.

Il primo pensiero, scevro da tecnicismi di sorta, è quindi: “Cazzo, un panettiere cinese ha sputato uno dei suoi denti marci nell’impasto e tra milioni di persone che comprano pane a Shanghai, il fottuto dente di merda è finito nella mia baguette. Maledetto panificatore giallo, che il mio anatema si abbatta su di te e la tua famiglia sotto forma di band di cantanti neomelodici napoletani che vi sveglino ogni giorno alle 3 del mattino cantando le canzoni di Raf!”

In uno slancio di ottimismo avevo scartato l’ipotesi che il dente potesse essere il mio. Dopo qualche minuto, però, e in corrispondenza del primo sorso di caffè, realizzo non più con disgusto ma con mero orrore, che una voragine si apriva in uno dei miei molari superiori.

Devo autocomplimentarmi con me stessa, perché perdere un dente nel giorno di Capodanno, giorno che fa parte di una lunghissima settimana di festeggiamenti, durante la quale Shanghai si svuota improvvisamente di ogni forma di vita ad esclusione dei girini nelle pozzanghere, degli spingitori di porte nei centri commerciali e dei botti illegali (che spesso distruggono il 90% delle forme di vita appena descritte) non è cosa da tutti: è una botta di culo di proporzioni bi-bli-che.

Me l’aveva detto il mio ragazzo, cui mi riferirò da adesso in poi sotto lo pseudonimo di “fido G.”:

Ma chèrie, io mi sento positivo. E’ l’anno del serpente, tu sei una serpe: dunque, questo non può che essere il tuo anno!

Ecco, appunto.



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