Dottore, la
stiamo perdendo!

Dentisti a Shanghai / 2 la saga continua



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dentista 2

Ipotecare i propri averi in cambio di cure mediche specializzate? Tapparsi un dente con un pezzo di tofu? Questi i pressanti interrogativi che attanagliano la nostra eroina nella seconda parte della saga dentistica a Shanghai

In base alle scarsissime nozioni di buonsenso che mi sono state inculcate sin dalla tenera età, ho realizzato che un dente non si perde tutti i giorni, e quando capita, è segno che quantomeno, qualcosa non va come dovrebbe andare. Perché un dente non è un pelo del braccio, che poco poco lo tiri e viene via; insomma, per tirare via un dente ci vogliono strumenti di tortura molto più raffinati, quindi che si sfranga come l’ombretto in polvere non ci sto. Perciò, nonostante fosse chiarissimo che non avrei avuto successo, mi sono lanciata nella missione “Affannosa ricerca di un dentista a Shanghai a Capodanno”: fallita miseramente. Dovrò aspettare 3 giorni per avere un appuntamento. Nel frattempo mi affido a numerosi santi e svariate divinità mesopotamiche, pregando che il conteggio dei feriti si fermi a uno.

A questo punto devo aprire una breve parentesi sulla situazione Cura e Sanità per Espatriati in Cina: noi, esseri abietti di razza inferiore, non avremmo diritto ad essere curati negli ospedali pubblici Cinesi. Per noi ci sono le cliniche private, perché notoriamente noi Occidentali, per i Cinesi, siamo imbottiti di danari e non sappiamo come spendere le nostre illimitate ricchezze. Adesso, io non ci terrei nemmeno così tanto ad essere curata da un medico Cinese, specie da quando ho saputo che la laurea in medicina qui dura ben 3 lunghissimi ed estenuanti anni, però ci sono tre ragioni per le quali preferire il servizio pubblico (solo a patto che tu voglia curarti una malattia NON grave):

  • Gli ospedali pubblici costano qualcosa come l’1% di una clinica privata.
  •  Le cliniche private chiudono alle 18, quindi se ti viene un’intossicazione durante i vespri o una cagarella notturna, ti attacchi.
  • A fronte di 10 medici Occidentali, nelle cliniche ci lavorano comunque 50 medici Cinesi. L’unica differenza (lo ammetto, non da poco) è che parlano Inglese.

Detto questo, per me il dentista non è un medico qualsiasi, ma un essere supremo con potere sulla vita e sulla morte, perciò non ho avuto alcun dubbio e mi sono fiondata in una famosa clinica per abbienti espatriati, dove mi sono presentata bel bella una mattina d’inverno dell’anno del Dragone. La dentista (sarà stato un caso, di sicuro) era Cinese, e dopo aver dato un’occhiata alla mia voragine ha decretato senza mezzi termini che mi serviva una canalizzazione, perché all’interno del mio molare si era formata una cava di Matera all’interno della quale germi e batteri avevano scavato un tunnel tipo fuga da alcatraz sin quasi ai nervi.

“Dottoressa, farà molto male?” chiedo tremando come una creme brulèe.

“Può essere”, mi risponde lei rassicurante.

“E dobbiamo farlo proprio oggi? Così? Senza preparazione? Senza supporto psicologico? Senza mia madre che mi tenga la mano? Senza aver fatto testamento?”

“Prima possibile”, decreta lei, “la situazione rischia di precipitare quando meno te l’aspetti. Anche se non senti dolore, i batteri continuano il loro rave party dentro la cava e il tuo molare potrebbe  polverizzarsi…pezzo dopo pezzo dopo pezzo, finchè non ne rimarrà nulla. Non è bello perdere un dente, sai?”

“Ah, bene. Scusi, nelle università Cinesi fate anche un corso speciale per preparare i pazienti alle brutte notizie oppure la sua è proprio una dote naturale? Vabbè, quanto verrebbe a costare tutto ciò?”, chiedo inconsapevole della portata drammatica della mia domanda.

“Sono 8000 per la canalizzazione e 9000 per il dente in ceramica, circa”

“Scusi, io sono un po’ lenta, non credo di aver capito bene. Otto e nove fa diciassette, ma diciassettemila cosa? Cioè, in quale moneta? Lire, giusto?!”

“17.000 Yuan” ribatte lei senza mostrare segni visibili di rimorso.

Allora, secondo un breve calcolo fatto così su due piedi, 17.000 Yuan corrisponderebbero a 2000 EURO. ….2000 EUROOOO?!!

“Senta, mi faccia un favore: mi tappi sto buco per il momento, al rave party ci pensiamo dopo, grazie”.

Ecco, adesso ho una medicazione provvisoria che potrebbe dissolversi da un momento all’altro, e le opzioni che mi restano sono 2:

1)      Prenotare un biglietto aereo per l’Italia e farmi canalizzare il dente dal mio dentista di fiducia, che all’occorrenza mi terrebbe anche la mano sussurrandomi parole d’amore.

2)      Affidarmi ad un dentista Cinese, probabilmente laureato in Agraria.

Entrambe le opzioni mi verrebbero a costare molto meno di 2000 Euro. Sono davvero combattuta.



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